“Se la persona che ami muore, hai bisogno di piangere, senti dolore e tristezza, e anche una rabbia feroce.
Ma dopo, magari, trovi il posto più bello per tenere quella persona con te, nella tua memoria.
E sicuramente quel posto ti accompagnerà per sempre.”
(Concita de Gregorio in “Così è la vita”)
C’era un tempo in cui gli uomini, di fronte alle domande ingenue – eppur grandi – dei bambini, non avevano fretta (e ansia) di dare la giusta spiegazione, ma sapevano aspettare: si sedevano accanto ai loro piccoli e cercavano insieme le risposte più adeguate per quel preciso momento.
Ad aiutarli c’erano le storie che a loro volta avevano ascoltato uscire dalle bocche dei loro padri e dei loro nonni e che si perdevano nella storia dei popoli e dei tempi.
I miti sono nati così, e ancora oggi a distanza di millenni possono aiutarci nel delicato compito di accompagnare la crescita di un bambino attraverso i difficili perché della vita.
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IL MITO DI PERSEFONE

Kore era una fanciulla spensierata, che raccoglieva fiori e giocava con le amiche.
Ade – re degli inferi – emerse sul suo carro da una fenditura della terra, rapì la fanciulla e la portò nel mondo sotterraneo per farne la propria sposa.
La madre della ragazza, Demetra – dea della terra – non vedendo più la figlia, abbandonò l’Olimpo e i suoi doveri di dea, per mettersi a cercare la figlia in lungo e in largo: il mondo attorno a lei cominciava a gelare e a morire e presto sulla terra arrivò l’inverno. Il freddo, l’abbandono, la desolazione abitavano nel cuore di Demetra e sulla Terra. Tutto versava in uno stato simile a quello che stava affrontando la fanciulla nel mondo degli inferi.
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Spesso, nel non riuscirci a separare da chi se n’è andato, accade che nel nostro cuore e nella vita intorno a noi scenda l’inverno, la solitudine.
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Per rimediare, Zeus mandò Ermes – il messaggero degli dèi – a riprendere la fanciulla, che nel frattempo era cresciuta e aveva avuto modo di conoscere quel mondo sotterraneo che tanto spaventa i mortali. Pur avendo la possibilità di tornare per sempre dalla madre, nella luminosità dei vivi, aveva deciso di mangiare i semi di melograno che Ade le aveva offerto: Kore era diventata regina, era diventata Persefone.
É questo il mistero che fin dai tempi dei culti eleusini viene celebrato: la forza profonda e calma della ragazza che impara a stare nella profondità, che si fa strada in mezzo al buio e crea la continuità tra i vivi e i morti: Persefone ogni anno torna a trovare la madre, riporta la primavera sulla terra. Arriva consapevole della ciclicità del tempo, sapendo che sempre ci sarà un tempo per la vita ed uno per la morte, uno per trattenersi insieme nella festa, e uno per lasciare andare, per separarsi, per restare da soli.
Persefone in questa lettura del mito possiede ciò che in Psicologia Funzionale chiamiamo Esperienza di Base della CONTINUITÀ POSITIVA: il sapere che dopo un intervallo, o un’assenza, l’amore ritorna. Sentire che i legami buoni non si interrompono a causa di un litigio o di una frattura, ma durano al di là del tempo e delle difficoltà. Questa consapevolezza si crea attraverso l’Esperienza dell’ESSERE AMATI e dell’APPARTENENZA all’altro, ed è molto importante da ricostruire nei casi in cui non si riesca ad elaborare in modo sereno un lutto o in quelle situazioni in cui la separazione dalle persone care viene vissuta come angosciosa e intollerabile (pensiamo ad esempio ai bambini che non vogliono staccarsi dai loro genitori quando devono andare a scuola, o alle coppie che evitano qualsiasi confronto o litigio per paura che la storia non continui o che uno dei due se ne vada…)
La Continuità delle esperienze positive si crea attraverso il recupero dei ricordi: il creare un ponte tra le immagini e le sensazioni buone avvenute in passato e quelle che si possono vivere nel presente, sentire che nel nostro oggi vive appieno tutto il nostro passato (ricco anche delle persone o delle situazioni che ora non ci sono più) e riconoscere come importanti per la nostra vita le Esperienze che ci hanno nutrito, che ci hanno scaldato, che ci hanno resi ciò che siamo.
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“Le persone che ci hanno lasciato sono nelle cose che ci hanno insegnato, nei loro pensieri da finire di pensare, nei gesti che ripetiamo ogni giorno, nelle cose che faremo anche il loro nome”.

presso lo SPAZIOMENTECORPO a Venezia si tengono letture teatrali del mito di Persefone per bambini che attraversano momenti critici rispetto all’elaborazione del lutto e alla separazione.
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Dott.ssa Valentina Vettor
Psicologa Funzionale
Persefone e la Separazione