Modificare il rapporto con il nostro corpo attraverso Mindfulness e Self Compassion
di Valentina Vettor, psicoterapeuta funzionale
Prima di leggere l’articolo, focalizzati sul motivo per cui ti stai soffermando su queste righe: vuoi stare bene nel tuo corpo o vuoi cambiare a tutti i costi il tuo aspetto fisico?
Questi due obiettivi sono apparentemente simili, ma riflettono schemi di pensiero molto diversi: da una parte vi è la necessità di amarsi e condurre una vita di benessere e salute, lontana da comportamenti che mettono a rischio il nostro equilibrio psicofisico. Dall’altra, c’è la volontà di essere amati/ riconosciuti dagli altri: questo bisogno -presente in ogni essere umano- può alterarsi nel corso della vita, a causa di varie esperienze, condizionando la persona ad aderire a canoni socioculturali, piuttosto che accettare e valorizzare le proprie peculiari caratteristiche.
Pertanto, se stai leggendo queste righe perché vuoi essere più magr*, più muscolos*, più attraente e desiderabile, rischi di incorrere all’ennesima frustrazione e fatica. Prima di migliorare il tuo fisico, prova a fare attenzione ad un altro aspetto di te.
IL RUOLO DELLA VERGOGNA
Gran parte delle nostre insicurezze hanno origine nel momento in cui-fin da bambini- cominciamo ad interiorizzare lo sguardo altrui e a facciamo riflessioni circa “ciò che gli altri penseranno o diranno di noi”. La preoccupazione per l’opinione esterna non appartiene primariamente all’infante, che fa esperienza spontanea e libera del proprio corpo e dei propri vissuti. Spesso viene indotta dagli adulti che direzionano e regolano i comportamenti dei piccoli esseri umani: è capitato a tutti di imbatterci in qualcuno che ha cercato di bloccare o modificare un nostro comportamento facendo leva su “Cosa avranno da dire gli altri se ti comporti così?”. Tanto più il contesto esterno sarà stato giudicante, critico, severo o sfiduciato nei nostri riguardi, quanto più ora – da adulti- avremo un modo di automonitorarci critico e feroce.
Inquadrare bene i valori e gli obiettivi prima di intraprendere un percorso di cambiamento aiuterà a mantenere la rotta all’avvento delle prime difficoltà. Ad un certo punto del programma terapeutico potrà infatti capitare di sentirsi scoraggiati, impauriti dall’idea di non farcela. Spesso le persone con elevata autocritica reagiscono negativamente alle proprie difficoltà, e il loro Self Dialogue diventa duro: “Sono un fallimento!“, “Anche questo tentativo per me è inutile!“, “Perchè io non riesco a fare cose che invece gli altri realizzano con successo?”
La funzione autocritica del pensiero, se eccessivamente attivata, impedisce di perseverare in un percorso che prevede necessariamente delle cadute o delle fatiche.
Non siamo macchine che eseguono fedelmente e pedissequamente dei programmi preimpostati, ma esseri umani che fluttuano nelle loro capacità e stati d’animo. Due passi avanti e uno indietro sembra essere l’andamento naturale delle cose. Avere compassione per noi stessi in queste fasi ci porterà a non utilizzare le condotte impulsive come soluzione per rifugiarci in un piacere transitorio, fugace e autosabotante, come l’abuso di cibo, di sostanze, di shopping o di smartphone.
MOTIVAZIONI INTRINSECHE
La Self Compassion offre una componente motivazionale maggiore per il cambiamento a lungo termine. Accettare le nostre imperfezioni non significa tenerle così come sono, e disinvestire dal nostro cambiamento. Significa cambiare spinti dalla forza dell’amor proprio, accettando anche di fare fatica e non essere immediati nel raggiungere i risultati sperati. Risultati che dovremo prima individuare in base alla nostra storia di vita, alle nostre caratteristiche e possibilità, e non in base al senso comune.
QUALCHE ESERCIZIO
Prova a guardarti allo specchio, sostenendo lo sguardo per qualche minuto e rimanendo in contatto con te, anche con la parte che ti suscita vergogna, o senso di critica. Resta a individuare le parti che ti piacciono del tuo corpo, quelle che comunque sono sane e non costituiscono un reale problema per la tua vita esperienziale. Cerca di darti compassione per le tue “imperfezioni”, ricordandoti quanto sia difficile sentire la forte pressione sociale di dover apparire in un certo modo. cerca di essere gentile con te e la tua storia, e mentre consideri la tua situazione, potresti pensare ai percorsi che vorresti seguire per sentirti meglio nel tuo corpo. A parte quello che le persone pensano, c’è qualcosa che vorresti ottenere dalla tua vita per essere in salute e in benessere? se lo avverti con sicurezza, allora motivati con gentilezza a intraprendere i prossimi step, piuttosto che con sifducia e criticismo.*
*tratto da Self Compassion di Kristin Neff