La dipendenza -intesa in senso sia organico che psicologico- è una condizione complessa caratterizzata dalla compulsione a ripetere comportamenti nonostante le conseguenze negative. Questo articolo ne esamina le basi neurobiologiche, le tipologie e le strategie terapeutiche.
La dipendenza o addiction è fenomeno che si manifesta attraverso un’ampia varietà di comportamenti dall’abuso di droghe e alcol, al gioco d’azzardo fino alle dipendenze tecnologiche, ma può interessare anche la sfera affettiva e psicologica…quali sono quindi le dipendenze? Che sintomi hanno?
Quando nasce la dipendenza?
Cerchiamo innanzitutto di comprendere i meccanismi chimici alla base del meccanismo di addiction.A livello cerebrale la dipendenza si manifesta con una compromissione nell’autocontrollo e un funzionamento deficitario della volontà.In una dipendenza viene certamente coinvolto il sistema dopaminergico della ricompensa che genera e produce piacere in conseguenza a determinate azioni e quello della salienza, quest’ultimo preposto ad attribuire un significato, una misura al piacere provato.
Quando nasce il meccanismo di addiction? Il meccanismo della dipendenza si costruisce a livello biochimico già nella prima infanzia quando ancora non si manifestano i sintomi evidenti o compulsioni e quando se si alterano le possibilità di attraversare in modo buono le sensazioni e il piacere. La prima consapevolezza di sé proviene proprio dagli impulsi del corpo interno che si generano dalle strutture del tronco cerebrale. Sentirsi in generale significa avvertire tutte le sensazioni interne ed esterne che riguardano sé stessi: le sensazioni sono uno strumento che ci permette di conoscerci, orientarci, prendere decisioni. Un bambino può smettere di sentire quando ciò che percepisce resta sconosciuto, oppure non è stato ben interpretato dall’adulto, ma soprattutto quando le sensazioni sono troppo dolorose e può decidere di non volerle più ascoltare. Da una prospettiva più “metacognitiva” se un individuo compromette la capacità di sentirsi comprometterà di conseguenza anche la auto-riflessività ovvero la capacità sì di sentire ma anche di percepirsi. Percepirsi e sentirsi sono quindi esperienze che fanno parte dei bisogni fondamentali della vita.
Cosa capita quindi al bambino che ha interrotto la connessione con le sue sensazioni? Se il contatto con sé è interrotto questo bambino potrà diventare un adolescente e poi un adulto che troverà beneficio nell’uso di sostanze per ottenere uno stato alterato di coscienza diventando, nei casi più gravi, incapace di occuparsi di sé stesso e di funzionare in modo efficace. Ecco allora che il pensiero scivolerà verso un piano di irrazionalità, le sensazioni di piacere endogeno resteranno sopite, il corpo assumerà rigidità e si creeranno disarmonie date dalla necessità di un eccessivo controllo e dalla difficoltà di un “lasciare” autentico (attraversare una vera sensazione di quiete).
Sebbene i sintomi siano simili, esistono diversi tipi di dipendenza
1.Dipendenza da sostanze: questo tipo include la dipendenza da sostanze chimiche che alterano il normale funzionamento del cervello e del corpo. Alcuni esempi sono: alcool, tabacco, oppioidi (eroina, morfina) stimolanti (cocaina, metanfetamine) cannabis, sedativi o ansiolitici (benzodiazepine).
2.Dipendenza comportamentale: anche conosciuta come dipendenza non sostanziale, si riferisce a un impulso irresistibile a compiere un comportamento nonostante le conseguenze negative. Alcuni esempi sono: gioco d’azzardo, sesso, shopping, internet e social media, videogiochi, lavoro (lavoro compulsivo), alimentazione (compulsioni alimentari).
3.Dipendenza emotiva o affettiva: questo tipo di dipendenza si manifesta come una forte dipendenza emotiva verso un’altra persona, che può includere partner romantici, amici o membri della famiglia.
4.Dipendenze fisiche e psicologiche: le dipendenze possono anche essere classificate in base alla loro natura fisica o psicologica. La dipendenza fisica implica una adattabilità biologica che porta a sintomi di astinenza quando la sostanza o il comportamento viene interrotto. La dipendenza psicologica è caratterizzata invece da un bisogno compulsivo di un comportamento o sostanza per provare piacere o evitare disagio.
Un focus sulla dipendenza affettiva, spesso sottovalutata nella sua potenziale pericolosità
Quando un individuo sviluppa un forte bisogno emotivo di un’altra persona, al punto che tale bisogno influisce significativamente sul suo benessere psicologico e sulla sua autonomia, si parla di dipendenza affettiva. Questo tipo di dipendenza può manifestarsi in vari tipi di relazioni, inclusi legami romantici, amicizie o relazioni familiari. Gli aspetti chiave sono bassa autostima e insicurezza. La dipendenza affettiva spesso radica in problemi di autostima. L’individuo può sentirsi incompleto o inadeguato da solo e cerca conferme e sicurezza attraverso il rapporto con l’altro e può provare dell’abbandono. Questa paura può portare a comportamenti controllanti o a una tolleranza eccessiva verso comportamenti negativi del partner: la persona dipendente tende a idealizzare il partner o la figura di attaccamento, spesso ignorando o minimizzando i suoi difetti e comportamenti nocivi. Ecco allora che si instaura anche una difficoltà nella differenziazione e nel processo di autonomia. Un’altra caratteristica è la difficoltà a mantenere una propria identità separata dall’altra persona: questo può comportare la rinuncia a interessi personali, amicizie e altre relazioni sociali. La dipendenza emotiva si manifesta con un’intensa ansia relativa alla relazione. La persona può avere un’ossessione costante riguardo alle esigenze e desideri del partner, mettendo a rischio il proprio equilibrio emotivo. Dal punto di vista biologico, alcune ricerche suggeriscono che la dipendenza affettiva possa essere legata a particolari pattern di rilascio e ricettività di neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina, che influenzano l’umore e la regolazione emotiva.
Cosa fare quindi per iniziare a contrastare la dipendenza? L’inizio del lavoro sui meccanismi sottostanti alla dipendenza passa attraverso il recupero delle sensazioni e del contatto sia con sé stessi che con l’altro. Si può inizialmente lavorare sul ripristino delle sensazioni corporee attraverso il tatto, l’udito, la vista, l’odorato, esperienze come abbiamo visto compromesse durante nell’infanzia. In secondo luogo si potrà procedere con l’aiutare le persone a modulare il Controllo, che deve andare nella direzione della calma fisica e mentale, ad un saper stare in modo aperto senza percepire momenti di vuoto, agitazione e tristezza, tipici invece delle persone che soffrono di dipendenza. L’utilizzo di tecniche psico-corporee, dell’E.M.D.R. e del Brainspotting ( intese come tecniche di risoluzione del trauma) puo’ facilitare lo scioglimento dei meccanismi alla base del comportamento di dipendenza.
Separarsi cerebralmente da una dipendenza da sostanza o comportamentale è possibile e richiede uno sforzo congiunto e multidisciplinare, processo che può essere aiutato da un percorso di psicoterapia. In questo senso è necessario porre un primo grande mattone che è dato dalla forza di volontà: “fare il funerale alla sostanza d’abuso – per citare un paziente che intraprese un percorso sulla dipendenza- è necessario prima di qualsiasi altro Intervento”.
Dott.ssa Lorenza Vicino
Dott.ssa Sonia Specie