Ci sono almeno 3 caratteristiche che i genitori dovrebbero considerare, per incoraggiare i figli adolescenti nello sviluppo dell’autonomia, che li porterà ad essere degli adulti sani e consapevoli.
– AMOREVOLEZZA: quando i figli si sentono amati possono percepire il mondo come sicuro e muoversi in autonomia senza paure non necessarie. Non è possibile dare troppo amore ad un figlio: i figli che si sentono sinceramente amati sono anche più indipendenti dal punto di vista emotivo.
Manifestiamo anche fisicamente il nostro affetto: anche se i figli ci sembrano troppo grandi, hanno bisogno del contatto. Basta poco, una mano sulla spalla, un abbraccio, senza esagerare. Gli adolescenti, che spesso sembrano già grandi, hanno ancora un profondo bisogno delle cure parentali.
Creiamo un rifugio che sia dentro la casa: è importante per gli adolescenti avere un proprio posto dove rifugiarsi, una stanza, la propria camera, la taverna.. in questo modo quando avranno bisogno di staccare verranno a casa e non cercheranno altrove un loro spazio.
Nel limite del possibile facciamoci coinvolgere nella vita dei nostri figli: accompagniamoli dove vogliono andare, seguiamo i loro impegni sportivi e cerchiamo di essere presenti anche all’esterno della casa .
– DETERMINAZIONE: dobbiamo essere in grado di esporre le regole con chiarezza e pretendere dai figli adolescenti un comportamento maturo e responsabile.
In assenza di una guida adeguata i figli adolescenti pensano di poter agire come vogliono, ma anche il modo in cui decidiamo e imponiamo le regole influisce sul loro comportamento.
Le regole non vanno imposte senza una spiegazione, perché gli adolescenti non ne capiscono sempre il motivo e non sempre riescono a decidere se un comportamento sia più o meno giusto.
Le regole vanno anche fatte rispettare, perché se non siamo rigidi su questo i nostri figli pensano di poterle infrangere quando vogliono, perché non ci saranno conseguenze.
Partiamo dal presupposto che i bambini a cui vengono imposti dei confini e delle regole si sentono più al sicuro. Chiaramente le regole cambiano con l’età, ma devono continuare a dare dei confini anche durante l’adolescenza.
Dobbiamo stabilire chiaramente cosa ci aspettiamo, perché quello che per noi è scontato, può non esserlo necessariamente per un adolescente. Un buon modo è chiedere sempre se hanno capito e scendere il più possibile nei dettagli di ogni nostra richiesta.
Le regole e decisioni devono essere motivate: chiedere l’opinione ai figli anche sulle regole e ascoltarli significa insegnare che il loro parere è importante e dagli un valore, inoltre stiamo insegnando ad esprimere con calma ogni opinione.
E’ necessario essere costanti e non cambiare le regole decise insieme senza averne parlato, perché questo può creare confusione.
Le regole devono essere sensate e adeguate all’età, devono avere una logica e questa deve essere spiegata, devono essere modificabili, non rigide, dando maggiore fiducia man mano che l’età aumenta e le regole vengono rispettate.
Da evitare le punizioni troppo severe, individuando esattamente l’azione sbagliata e descrivendone le conseguenze, avvenute e possibili e trovare una o più soluzioni alternative insieme (ad. esempio una chiamata se in ritardo).
Stabiliamo chiaramente il tipo di punizione spiegando che ci aspettiamo un comportamento migliore in futuro, questo è lo scopo della punizione.
Non utilizziamo punizioni che riguardano gli impegni sportivi: nello sport ci sono regole e obiettivi da raggiungere insieme, guidati da un adulto. Ciò che si impara in palestra è più importante di ogni regola non rispettata. Insegnereste ai vostri figli a non mantenere gli impegni con la squadra o la società sportiva.
– INCORAGGIAMENTO: dobbiamo essere incoraggianti e tollerare e sostenere sempre lo sviluppo dell’autonomia degli adolescenti. Pian piano il loro livello di autonomia aumenta, sosteniamoli in ogni passo, anche quando questa autonomia non viene usata come ci aspettiamo.
Mettiamo gli adolescenti nelle condizioni di riuscire, con aspettative che siano alla loro portata ed enfatizzando sempre le cose buone, aiutandoli a capire dove e come potevano fare meglio.
Sottolineiamo tutti i traguardi, concentrandoci sull’impegno e non sui risultati.
Non intromettiamoci troppo, stanno diventando grandi: dobbiamo essere lì, pronti ad aiutare, ma facendoli provare a fare da soli. Aiutiamoli a decidere, ma non decidiamo al loro posto e abbassiamo il livello di controllo man mano imparano a gestire la loro vita.
Proteggiamoli quando dobbiamo, ma lasciamo che imparino dai loro errori.
Francesca Masserdotti, psicologa e psicoterapeuta funzionale
Riferimenti bibliografici
Rispoli, L., Esperienze di base e sviluppo del sé, Milano, Franco Angeli, 2004
Steinberg, L., Adolescenti. L’età delle opportunità, Torino, Codice Edizioni, 2015