di Elena Capovilla
(appunti di Psicoterapia Funzionale)
Tenerezza, amore, e disturbi alla pancia
Le Esperienze di Tenerezza e di Amore vengono prevalentemente vissute in relazione con l’altro. Nel viverle ci troviamo immersi in un sottofondo emotivo e di vissuti molto intensi rispetto alla persona con cui le stiamo sperimentando.
Sin da piccoli queste due esperienze vengono attraversate con tutto il nostro organismo. Tuttavia qui voglio porre particolare attenzione alla pancia, uno dei distretti corporei più intensamente coinvolti a sperimentare Amore e Tenerezza sin dalla nascita.
Perchè la pancia?
La pancia del neonato, mentre viene toccata, massaggiata, oliata, baciata e tenuta al caldo dai caregiver, si fa anche messaggera di eventuali necessità affettivo-relazionali attraverso le sue disfunzionalità.
La pancia infatti, ormai è risaputo, viene considerata un secondo cervello, ed è uno dei primi distretti corporei ad alterarsi durante condizioni di stress dell’organismo. Anche da adulti.
Sintomi dovuti a tensioni alla pancia
In terapia talvolta le persone ci portano, come sintomi, dei problemi di pancia. Quando accade, la persona ci sta mostrando una sua organizzazione fisiologica alteratasi nel tempo. Diventa quindi importante individuare quale sistema fisiologico è oggetto di sofferenza. Alcuni esempi:
- Sintomi di tensione per un’alterazione diaframmatica (“mi sento un peso/un blocco”): è presente un respiro a trattenere con chiusura dello stomaco. L’emozione di base più riscontrabile è quella dello sforzo e della rabbia.
- Coliti, un’alterazione del funzionamento del colon e dell’intestino crasso. E’ possibile riscontrare una ipo o iper motilità di questo organo che si evidenzia nelle difficoltà a digerire o evacuare. Nella colite vi è un sottofondo di tristezza e paura profonda che si manifesta con l’alterazione del controllo sfinterico. E’ necessario allentare la tensione della muscolatura involontaria e volontaria della pancia, irrigidita dentro un funzionamento a “reggere per stare in piedi”.
- Alitosi, collegata anch’essa alla tensione dei muscoli volontari e involontari della pancia, dipende dalla capacità di rilascio della valvola dell’esofago. E’ da ripristinare una respirazione diaframmatica ed effettuare un massaggio epigastrico. Solo successivamente sarà possibile entrare pienamente nell’esperienza di un tocco nutritivo e amorevole con la pancia.
A cosa son dovuti questi sintomi?
Spesso dietro a questi disturbi si cela una ripetitività nel tenere il torace sotto un controllo volontario. Questa tendenza sollecita una sofferenza cardiaca che mette l’organismo in grande allarme. A causa della tensione la persona va ad amplificare una sensazione di paura di sottofondo che può manifestarsi con preoccupazioni eccessive per sé o per gli altri e fantasie negative. Questo significa che ogniqualvolta ci sarà un nuovo allarme nella vita di questa persona, esso andrà ad agganciare anche tutti gli altri, anche se vissuti in epoche meno recenti.
Cosa si può fare?
Diventa quindi importante un lavoro psicoterapeutico che abbia innanzitutto lo scopo di ripristinare un equilibrio psico-fisiologico e una calma di fondo, per poi riuscire a distinguere l’allarme antico da quello attuale e infine iniziare a gestire quest’ultimo con nuove risorse adulte.
Che significato possono avere questi sintomi?
Infine, i problemi alla pancia sono spesso collegati a un non accettarsi nei momenti di vulnerabilità, a una difficoltà di accettazione nei momenti di passaggio dello sviluppo. Essi sono collegati a un cambiamento dell’immagine e della considerazione di sé, come ad esempio avviene nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza. In questi momenti di passaggio può accadere che la bambina o il bambino interrompano i vissuti di tenerezza con la propria pancia iniziando a sperimentare solo vissuti che sono richieste sessuali o fantasie paurose, incentivate dalla cultura e dalle nuove norme sociali anziché dal piacere di sé e dall’essere accompagnati in questo.
Sulla base di ciò la bambina potrebbe iniziare a proporre immagini seduttive, selfie, e attivazioni prestazionali da “adulta”, senza un congruente sviluppo emotivo né nel rapporto con sé e con gli altri, né nell’immagine di sé.
Il bambino, al contempo, potrebbe correre il rischio che l’immagine di “uomo” venga giocata più su un livello prestazionale (di forza) anziché relazionale, andando a perdere quindi il contatto con la tenerezza.
E’ fondamentale, soprattutto in tali momenti di transizione, mantenere un rapporto col proprio corpo non per quello che sono le aspettative degli altri, ma per quello che è il proprio sentire. Lo sviluppo della propria immagine infatti, avviene attraverso la contemporanea costruzione del progetto di “quale uomo” o “quale donna” si vuole diventare.
La metodologia funzionale
Entrare in contatto con la pancia di un/una paziente significa quindi avere un tocco che va a recuperare il suo benessere fisiologico favorendo le Esperienze di Base del Lasciare e del Sentirsi/Conoscersi.
L’intervento ha lo scopo di rendere evidenti al paziente eventuali tensioni e di scioglierle con tecniche di tocco-massaggio, di rilassamento e di respirazione afferenti alla Psicologia Funzionale. Tutto questo all’interno di una relazione di cura amorevole che gli restituisca la possibilità di sentirsi fragile senza pericolo, vulnerabile e contemporaneamente protetto e amato.