DIFFERENZE E ANALOGIE TRA ANSIA E PAURA

di Francesca Masserdotti, psicoterapeuta

L’ansia può essere definita come la tensione anticipatoria di un evento minaccioso, uno stato di apprensione che causa un disagio a chi lo prova. E’ uno stato emozionale negativo e strettamente connesso alla paura, ma con importante differenze (S. Rachman, 2004).

La paura è una reazione emozionale alla percezione di uno specifico pericolo, cioè ad una minaccia che siamo in grado di identificare, come ad esempio un ragno o un serpente. La paura ha quindi un oggetto specifico a cui è rivolta, di solito è episodica e passa quando il pericolo viene allontanato o ci si allontana da esso.  L’oggetto è solitamente subito identificato, ma possiamo valutare in maniera scorretta la sua pericolosità. La paura può essere sia razionale che irrazionale e nel caso sia molto intensa e non razionale, può trasformarsi in una vera e propria fobia.

Quando proviamo stati d’ansia invece, fatichiamo a identificarne la causa e questo può risultare molto preoccupante per chi li vive. L’ansia porta a sensazioni diffuse, senza un oggetto riconosciuto, spiacevoli e persistenti. Mentre la paura ha un tempo e uno spazio preciso e poi si risolve, l’ansia è pervasiva e prolungata, con momenti incerti di inizio e di fine e uno spazio non riconosciuto, non ha limiti ben definiti.  E’ come se fosse sempre presente, sullo sfondo, in ogni momento della vita.

Nonostante dalle informazioni precedenti sembri facile riconoscere la differenza tra ansia e paura, nella pratica non è sempre così semplice. Anche nel linguaggio comune tendiamo a confondere i termini e ad usarli in maniera interscambiabile.

I CIRCUITI CEREBRALI DI ANSIA E PAURA

Ansia e paura condividono anche gli stessi circuiti cerebrali. Sappiamo che la paura è controllata dall’amigdala, una struttura situata nel lobo temporale del nostro cervello, coinvolta nell’elaborazione  e nel ricordo delle emozioni. Quando le persone percepiscono un pericolo attraverso gli organi di senso, l’amigdala si attiva e innesca il rilascio di ormoni che sono associati alla reazione di attacco e fuga e attivano il sistema cardiocircolatorio e quello muscolare. I segnali associati all’ansia sono elaborati dal nucleo della stria terminale, collegato all’amigdala e all’ipotalamo, che ha funzioni di controllo del sistema nervoso autonomo e del sistema endocrino.

Si è scoperto recentemente, attraverso uno studio con Risonanza Magnetica Funzionale, che permette di vedere “in diretta” l’attivazione delle diverse aree cerebrali, che sia l’amigdala (paura) che il nucleo della stria terminale (ansia), si attivano entrambi sia nel caso di minacce certe, come quelle presenti nella paura, che in caso minacce incerte, che possiamo invece associare all’ansia.  Scopriamo così che sia gli stati di paura che quelli di ansia sono controllati da un insieme comune di strutture neurali (per approfondire: “Anxiety and the Neurobiology of Temporally Uncertain Threat Anticipation“, J.Hur, J.F.Smith et al., 2020, Journal of Neuroscience, 40 (41) 7949-7964). 

L’INTEGRAZIONE MENTE CORPO

Questi stati di disagio, seppur comuni e spesso gestibili, possono diventare pervasivi e limitare la vita quotidiana delle persone.  In questo caso  necessitano di una comprensione e di un intervento psicologico accurato, che lavori sia sulla comprensione del proprio stato, sia sul piano fisiologico e muscolare, molto attivati, anche se in maniera diversa, sia nella paura che nell’ansia. Nei disturbi d’ansia, oltre alla presenza di fantasie paurose molto sviluppate, paure e preoccupazioni, una struttura del tempo compressa e una difficoltà nella pianificazione, possiamo anche osservare un respiro affannoso, un’intensa attività del sistema simpatico, sensazioni chiuse, movimenti agitati e posture rigide.